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Chiacchere da libro: “Intervista sprecata con Christian Luigi Russo”

Aggiornamento: 23 dic 2020


Verona, 22 dicembre 2020 - Aggiornamento intervista con Christian Luigi Russo, curatore cover della nuova pubblicazione “Carne sprecata” di Gio Pizzi.


Il primo romanzo dello youtuber Gio Pizzi intitolato “Carne sprecata” ha scalato le classifiche Amazon, giungendo alla conquista del primo posto anche in formato Kindle.


Per festeggiare questo grande traguardo, condividiamo l’incredibile intervista a uno dei protagonisti di questo progetto: Christian Luigi Russo, ideatore e realizzatore della copertina del libro.


  • Per coloro che non ti conoscono, chi è Christian Luigi Russo e qual è la sua poetica come artista?

Sono un creativo, semplicemente.

Ho difficoltà a decidere una etichetta da utilizzare per i miei lavori, quindi direi che quell’aggettivo sostantivato mi descrive abbastanza bene.

Generalmente lavoro nel mondo del design e dell’illustrazione, con un forte orientamento al mondo della moda, materia che studio e che miro (un giorno) ad insegnare.

Amo molto lavorare nel mondo dell’editoria e dei videogiochi. Tendo ad essere visivamente molto “lirico” (che è una tipologia specifica di illustrazione), mi piace utilizzare metafore, allegorie, similitudini et similia quando disegno. Non ho dei soggetti prediletti, anche se la mia tendenza all’illustrazione di moda mi porta a dipingere più ritratti che paesaggi, pur amando profondamente entrambi. Spesso mi capita di rappresentare cose cupe con colori brillanti o molto dolci, e credo che questo descriva molto bene ciò che sono come persona e creativo: malinconicamente colorato.

  • Come è nata la collaborazione con Gio Pizzi per la pubblicazione “Carne sprecata”?

Da molti anni, ormai, lavoro con Giovanni per alcuni suoi progetti: spesso è capitato di aiutarlo a fare le thumbnail per i suoi video, altre volte le grafiche del suo canale, la primissima intro (sostituita poi da quella del talentuoso Lorenzo Badioli, che io ho fatto venire in contatto con Gio), le locandine dei suoi spettacoli, le foto ecc.

Quindi, quando si è parlato di fare la copertina per il suo primo libro, sapevamo già

che avremmo lavorato bene insieme.


  • Quali sono stati gli spunti d’ispirazione che hanno portato all’ideazione della copertina di “Carne sprecata”?

Abbiamo parlato ed era quasi un lavoro “live”: io buttavo giù il concept

mentre parlavamo, dopo aver fatto un piccolo brief e aver letto la sinossi del suo

libro. Voleva un lupo al tramonto, elemento essenziale per il suo racconto, ma ciò

che aveva in mente era troppo “romantico”, così ho voluto reinterpretare una

immagine molto utilizzata, rendendola in un modo più fresco ed interessante.

Amo lavorare con le texture, soprattutto quando si tratta di illustrazioni così minimal.

La palette è stata una scelta derivante dalla volontà di esprimere passione, fuoco,

energia, rivolta; ma anche romanticismo nel senso letterale del termine. Il fondo nero

era il connubio perfetto tra la necessità di esprimere un tono cupo affiancato ad una

storia emotivamente coinvolgente. Ho utilizzato sia le texture di diverse carte, sia

dell’half-tone fumettistico americano, sia le metodologie di rappresentazione

dell’acqua e delle nuvole nella scuola Rinpa giapponese durante il periodo Edo.

Vagamente la posizione del sole e delle nuvole rimanda a dove si trova l’orbitale

dell’occhio del lupo e alla sua narice. Volevo esprimere un simbolo del sangue senza

diventare gore. Amo molto l’estetica della cornice simbolica all’interno della quale si

muovono le rappresentazioni e in questo caso la forma del lupo voleva anche dare

vagamente l’idea di una fiamma, per questo vi sono piccoli tizzoni ardenti intorno ad

esso.


  • Sulla tua pagina Nono.noire, si denota uno stile e una tecnica compositiva differente rispetto all’illustrazione realizzata per Gio Pizzi. Come mai questa svolta?

Questo perché generalmente il mio profilo di instagram non contiene lavori di

copertine per la narrativa, ma illustrazioni di moda, che siano prodotti o personali

interpretazioni di sfilate altrui. Ci sono anche studi di paesaggio e product illustration,

che però in realtà hanno tutti una impronta simile nella radice primordiale: un certo

lirismo intrinseco, un tentativo di ricerca di armonia, un uso particolarmente spinto dei colori, spesso brillanti, forti contrasti ecc.

Ovviamente, quando si lavora si cambia ciò che si canta, ma non si può cambiare la voce. Un lavoro troppo plastico sarebbe stato nocivo per esprimere l’anima “moderna” e minimal di Giovanni, che anche generalmente si circonda di un certo codice visivo più grafico che pittorico, più “poster” che “quadro con cornice”, più tazza scheggiata dove bere il caffè che la tazzina delicata da tè.

Il mio approccio da illustratore segue quello da designer: se il mio cliente ha la necessità di esprimere un certo universo semantico, io devo rispettare ed esaltare questa scelta e raccontarla con la mia voce, pur restando nella sua storia. Questo è un lavoro complicato e delicato, ma è un dovere che personalmente mi sento di dover seguire per fare i progetti nel meglio delle mie capacità e per far felici le persone che lavorano con me.


  • Quali artisti sono un modello per la tua crescita in veste di illustratore?

Sono largamente autodidatta nel mondo dell’illustrazione. Nel disegno sicuramente

devo rendere un grazie immenso ai miei ex maestri Marco Chiuchiarelli, Gennaro de Rosa e Carlo Alberto Palumbo, tutti straordinari artisti e pittori che mi hanno

introdotto davvero al mondo del disegno. Un grande momento di svolta l’ho avuto un

paio di anni fa grazie ad una delle mie migliori amiche, Flavia Morra, straordinaria

illustratrice, che mi ha sempre aiutato nel mio percorso di illustrazione, soprattutto

per quanto riguarda l’editoria. Nel settore moda, i miei idoli sono Gruau, Lopez,

Leyendecker, Brocklehurst, Peacock, Hartland… Insomma, un mix tra moda

assolutamente elegante e punk sporco, di tratti elegantissimi e tratti più “grunge”.


  • Se avessi una macchina del tempo e tornassi indietro alle prima fasi del progetto per la copertina di “Carne sprecata”, cambieresti qualcosa o prenderesti le stesse decisioni?

Farei tutto quel che ho fatto. Sia io che Giovanni siamo molto contenti di come la

copertina è stata completata e penso che esprima bene quel che volevamo

comunicare entrambi.


  • Se avessi tre parole a disposizione, quali sceglieresti per descrivere “Carne sprecata”?

Forte, duro, travolgente.


  • Hai un messaggio per i lettori di questo romanzo?

Non fatevi spaventare dalla lunghezza e dalla complessità narrativa, perché arrivare

fino alla fine vi darà grandi soddisfazioni!


Ringraziamo di cuore Christian Luigi Russo per le sue meravigliose parole e invitiamo tutti voi ad immergervi nel mondo di “Carne sprecata” di Gio Pizzi a questo link.



La Redazione Poliniani


 

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