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Chiacchere da libro: “Intervista vverah con Svet”

Verona, 24 marzo 2020 - Aggiornamento intervista con Svet sul suo nuovo fumetto “Ma di lavoro vero, cheffai?”, insieme all’illustratrice Erika “Miss” Bisi e a Mortebianca, curatore della prefazione.


Lunedì 23 marzo alle ore 20.30, si è svolta l’“Intervista vverah con Svet”, in cui si sono eviscerati i temi principali della nuova pubblicazione “Ma di lavoro vero, cheffai?”, in preordine fino al 29 marzo (clicca qui).


Insieme a Corrado Polini, Miss Bisi e Mortebianca, infatti, Svet ha esposto gli argomenti del fumetto e non solo: le difficoltà che si riscontrano nel lavoro da libero professionista, il complesso rapporto tra opera d’arte scritta e traduzione, l’importanza del lavoro del traduttore in letteratura e nel cinema, e le diversità e le uguaglianze nel processo di una traduzione di un testo a confronto con la traduzione dal linguaggio scritto in disegno per un fumetto.


Di seguito riportiamo l’incipit dell’intervista:


- Come sei arrivata a produrre un fumetto riguardante il lavoro di traduttrice, che è la tua attività anche nella vita reale?


- Svet: “L’idea del fumetto è nata da un’attività che io facevo quando non avevo ancora cento iscritti […] e su Facebook […] tenevo una rubrica che all’epoca si chiamava “Diario di una traduttrice”, titolo tratto esplicitamente ad un’altra pagina. (In questa rubrica) raccontavo tutte le disavventure che mi erano capitate come traduttrice e che tutt’ora mi capitano. […] Ho notato che queste vicessitudini capitavano anche nel mondo del libero professionista in generale […] e da qui è venuta l’idea. Così con Erika (Miss Bisi) […] si è deciso di farne un fumetto. Tutte le disavventure hanno, quindi, avuto un volto grazie ai disegni di Erika. […] Io scrivevo in una forma simile ad un copione di teatro, dando qualche indicazione per le illustrazioni; ma il punto è che anche le cose che non le dicevo, lei (Erika “Miss” Bisi) le capiva […], perciò fin dalla prima bozza che mi ha inviato, io ho capito subito che non avrei avuto nessun problema e così poi è stato. […] Il libro è indirizzato non soltanto ai traduttori, ma ad ogni libero professionista che deve stare li a spiegare ai parenti che lavoro o che lavori fa, io per prima mi ritrovo in queste situazioni […] in cui letteralmente perdi l’intero pranzo di Natale a spiegare che lavoro fai. Qui è nato il titolo “Ma di lavoro vero, cheffai?” […]. Questa è stata un pò la genesi di tutto quanto e sono molto emozionata.


Copertina del fumetto "Ma di lavoro vero, cheffai?"

- Erika “Miss” Bisi: “Il nostro fumetto è partito banalmente da una vignetta che avevo fatto insieme a Svet […], dove critichiamo parecchio qualunque cosa […] e in particolare una pagina che tratta di femminismo in modo un pò becero. […]. Sta di fatto che Svet aveva tirato fuori questo argomento e avevo pensato che non potevo fare una vignetta con solo Miss Bisi, il mio alter-ego nella pagina Instagram, a dire certe cose e quindi, ci ho rappresentate insieme. A Svet è piaciuta così tanto la caricatura che avevo fatto di lei che un bel giorno alza la sua cornetta e dice “Senti, mi piacerebbe fare un fumetto sulla mia vita di traduttrice, sulle mie brutte esperienze, sulle mie avventure, sono già un pò raccolte insieme. Mi è piaciuta così tanto la mia caricatura che mi piacerebbe che facessi un fumetto con me”. […] Abbiamo incominciato a lavorare: lei piano piano mi mandava parti scritte, io facevo delle bozze che poi mandavo sia a lei sia a Corrado. […]. Svet comunque ha un discreto gusto per l’horror e per lo splatter […] che sono inaspettatamente presenti anche nel fumetto.


- Miss Bisi, il tuo lavoro di traduttrice in immagini (del testo di partenza al fumetto), come lo vivi?


- Erika “Miss” Bisi: L’ho vissuta molto bene ed è stata la prima volta che facevo effettivamente un fumetto con i testi di qualcuno. Per me è stato divertente e non mi sento di dire facilissimo, perché sono andata con i “piedi di piombo”. Ci tenevo che lei (Svet) fosse soddisfatta della mia resa e di ciò che le proponevo, e che ovviamente io riuscissi a trasmettere quello che lei aveva in testa. È stato divertente, perché effettivamente ci siamo trovate molto d’accordo e perché abbiamo un umorismo molto simile. […] quindi, come prima esperienza è stata molto positiva e ho imparato molto anche perché in questo fumetto, come vedrete, ho messo molto di nuovo e ho sperimentato tanto […].


Per ascoltare la diretta “Intervista vverah con Svet” interamente, la potete trovare qui.



La Redazione Poliniani


 

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