Verona, 9 aprile 2021 - Intervista con Francesca Favaro sulla nuova pubblicazione Colori e paesaggi danteschi, quarto volume della collana "ARISTODEMICA".
L’autrice Francesca Favaro ci rivela i retroscena sul volume Colori e paesaggi danteschi in questa intervista esclusiva:
- Come è nata l’idea di progetto per Colori e paesaggi danteschi? Raccontaci la tua esperienza nel confrontarti con gli scritti del sommo poeta Dante Alighieri.
L’idea e la realizzazione del volume Colori e paesaggi danteschi sono inscindibili dal mio rapporto (se così si può dire) con il poeta: rapporto di studio e di lavoro costanti e sempre in fieri, visto che l’opera di Dante è parte fondamentale, da vent’anni e più, del mio insegnamento sia al liceo sia all’università, nonché oggetto di riflessione e di ricerca.
Dalla frequentazione delle pagine della Commedia, lette e rilette con un senso di scoperta continua (sono infatti un mondo, inesauribile, nel più vasto mondo della produzione dantesca) è nata l’esigenza di scriverne anche con modalità più libere rispetto alla codificazione tradizionale della saggistica accademica. Nell’arco di alcuni anni ho dunque composto saggi svariati, in cui l’interpretazione, declinata con taglio comparatistico, scaturisce da uno spunto visivo, cromatico, da un lembo dei paesaggi che i versi dell’Alighieri tracciano per noi.
Mi sono poi resa conto, considerandoli nell’insieme, che quelli che erano inizialmente stati concepiti come pezzi singoli in un certo senso avevano bisogno di venire riuniti in un volume che ne facesse affiorare le rispondenze e la sostanziale unitarietà d’ispirazione. Ed ecco il libro Colori e paesaggi danteschi.
- Che tipo di contributo offre il punto di vista di Colori e paesaggi danteschi sulle opere di Dante Alighieri?
La bibliografia su Dante è sterminata tanto che sembra un azzardo anche solo il pensare di poter aggiungere qualcosa agli studi. Tuttavia – e ciò vale a conferma della profondità inesauribile dell’opera degli Alighieri – se c’è un autore sul quale non si smette mai di ricercare e di scrivere è proprio Dante.
Colori e paesaggi danteschi non è un libro di filologia, né di ricerca erudita tout court (sebbene si origini, ripeto, dagli studi). Il contributo che ambisce a dare consiste nell’individuazione di percorsi tematici – di canto in canto, di cantica in cantica, fra opera e opera… – in grado di meglio illustrare e illuminare la fittissima tessitura che sottostà ai versi danteschi: suggestioni sottili, appunto come fili, che necessitano di una prosa in qualche modo poetica per venir espresse e comunicate.
- Quali sono le opere dantesche che ti hanno ispirato maggiormente? Perché proprio queste?
I capitoli del volume, con l’eccezione del primo, in cui si dà ampio spazio alla produzione giovanile di Dante, sono incentrati sulla Commedia, in ragione della ricchezza dei paesaggi – terreni o dell’Oltremondo, reali della realtà concreta o della realtà del simbolo – che essa presenta.
- Qual è il lettore perfetto per Colori e paesaggi danteschi?
Penso che si possano avvicinare a Colori e paesaggi danteschi sia gli specialisti e gli studiosi, fatalmente a loro agio nel cogliere subito i richiami testuali sgranati di capitolo in capitolo, sia lettori appassionati, che desiderino ri-accostarsi a Dante e alla Commedia, sia lettori ‘neofiti’, a cui mi auguro il libro riesca a suggerire le ragioni di una devozione e di un amore inalterati, nel corso degli ultimi settecento anni.
Colori è paesaggi danteschi dI Francesca Favaro e illustrati da Michele D’Aloisio sono disponibili in doppia versione: con copertina “Luxury” (creata dall’illustratore”), e con copertina “Classic” (nei colori arancio-nero della collana “ARISTODEMICA”).
Per saperne di più e per ordinare la tua copia, clicca qui.
Buon anno dantesco a tutti!
La Redazione Poliniani
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