Decapitameron
Firenze diventa Venezia; la Peste Nera, il Covid-19. È così che nasce Decapitameron, una
sorta di Decameron horror.
Sette donne e tre uomini, come nell’opera del Boccaccio, sono i protagonisti, dieci serial
killer provenienti da ogni angolo del mondo. Dionisio, veneziano diventato ricco grazie
all’eredità della nonna; Fuyuko, una collezionista giapponese di pelli umane tatuate; Fina,
una professoressa di letteratura inglese del Maine; Fikile, un senegalese grande e grosso di
cui si sa ben poco; Emma, una dark tedesca; Eliza, una barista di Cartagena; Nefous, una
studentessa e fotografa egiziana; Laurine, una videomaker parigina laureata in filosofia;
Pedro, un armaiolo messicano; Pauline, una fisioterapista svedese. Assassini totali, nati
con la Bellezza Nera nel sangue, che si sentono davvero vivi solamente quando si tolgono la
maschera della quotidianità.
La Brigata, così amano definirsi, si è radunata in un alloggio nei Castelli Romani, pronta
per il colpo del secolo: torturare e uccidere Papa Francesco davanti alla telecamera, per poi
postare il tutto nel deep web, in particolare nel social network The Dark Side Of Blood, di
cui ogni componente è una star indiscussa. A pochi giorni dalla data prestabilita, però, il
premier Giuseppe Conte indice il lockdown in tutta Italia. I killer si vedono, quindi,
costretti a rifugiarsi nella casa dell’unico italiano del gruppo, Dionisio, che abita in Villa
Contarini a Venezia e che rappresenta il fulcro dell’intera storia, oltre a essere voce
narrante cruda, scorretta e tagliente.
Su idea della professoressa Fina, che vede nel Covid-19 la Peste del 1348 e ne La Brigata
i protagonisti del Decameron, le dieci giornate successive saranno impreziosite dalle loro
sanguinose avventure, scelte in base alle tematiche originali dell’opera del Boccaccio,
trasformate in chiave horror. Ogni racconto e la storia principale, che fa da cornice e da
collante, riveleranno qualcosa in più circa i personaggi, i quali impareranno così a
conoscersi al di là dello scopo per cui si sono riuniti, fino alla truculenta conclusione, nella
quale verrà usata la ghigliottina, strumento che, in un certo senso, dà il titolo a questo
libro.