Omorai-kun Go Nagai Cofanetto

Nagai ha dato sfogo a tutto la sua vena “politicamente scorretta”. In quest’opera Nagai cerca di raggiungere i limiti di ciò che si può raccontare, spingendo all’estremo gag umoristiche come aveva appena fatto ne La scuola senza pudore, ma questa volta tralasciando il lato erotico per concentrarsi sull’umanità profonda di chi vive ai margini della società. Brutti, sporchi, ma estremamente carini sono i barboni che affollano le storie di Omorai-kun: ad accompagnare il piccolo Omorai ci sono il vecchio Kojijii, la giovane Okomo-chan, Hyakko il barbone dalla doppia personalità e molti altri che vivono in un Giappone di straccioni, specchio riflesso di quella società così pulita e “per bene” ma profondamente ipocrita. Omorai-kun fa parte di quelle serie che sul finire all’inizio degli anni Settanta popolavano le pagine delle riviste popolari provocando scalpore destabilizzando alla radice i pilastri tradizionali del Giappone. La comicità di Omorai-kun viene spezzata da squarci lirici che rendono l’opera tra le più indimenticabili e toccanti di Nagai: dopo Omorai-kun lo sporco non sarà più come prima.